Dal 29 agosto 2017 finalmente libere le fotografie con mezzo proprio in archivi e biblioteche

Il 2 agosto scorso il Senato ha approvato definitivamente il ddl concorrenza che sancisce la liberalizzazione delle riproduzioni in archivi e biblioteche. Il testo del ddl, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale (consultabile QUI), entrerà in vigore mercoledì 29 agosto. Solo a partire da questa data saranno finalmente libere per legge le fotografie, scattate con mezzo proprio (senza flash, stativi o treppiedi), di documenti d’archivio consultabili in via ordinaria e di volumi a stampa non più coperti da diritto d’autore. Nel lessico giuridico libere non significa solamente “gratuite”, ma anche esenti da qualsiasi autorizzazione preventiva, esattamente come già avviene nei musei. Sarà inoltre possibile diffondere e scambiare con qualunque mezzo le fotografie di beni bibliografici e archivistici per qualsiasi finalità culturale diversa dal lucro, non più quindi solo per ragioni strettamente “personali” o “di studio” come previsto sinora.

È questo il senso della modifica all’art. 108 del Codice dei Beni Culturali introdotta dal ddl concorrenza, la quale rappresenta una conquista importante nell’ambito della democrazia del sapere (per il dettaglio delle modifiche normative clicca QUI), nella misura in cui allinea l’Italia ai migliori standard internazionali portando a termine il percorso di liberalizzazione della fotografia del bene culturale avviato tre anni fa: il decreto legge “Art Bonus”  (DL 31 maggio 2014, n. 83) aveva infatti inizialmente reso libere le riproduzioni dei beni culturali, salvo poi escludere dalla liberalizzazione i beni bibliografici e archivistici per effetto di un emendamento restrittivo approvato un mese più tardi nel corso della conversione in legge. Il 9 luglio 2014 in archivi e biblioteche tornarono così tariffe e divieti di riproduzione, con grave danno per la ricerca storica:

  • negli istituti che permettevano agli utenti di fotografare si continuavano a imporre tariffe sulle fotografie (fino a 2 euro a scatto!);
  • negli istituti che negano agli utenti la possibilità di fotografare si tornava all’obbligo di foraggiare ditte private o fotografi ai quali il servizio di riproduzione è affidato in appalto esclusivo, pagando un servizio assolutamente inutile, con burocrazia e tempi di attesa per la consegna delle immagini altrettanto inutili, a cui l’utenza avrebbe volentieri riununciato se gli fosse consentito il libero uso del proprio mezzo in sala studio, come già avviene ai National Archives di Londra o alle Archives nationales di Parigi.

A seguito di questa insensata retromarcia, per dare voce alle ragioni di chi svolge attività di ricerca, si costituì il movimento “Fotografie libere per i Beni Culturali” che, su diretto suggerimento di Umberto Eco, a partire dall’autunno del 2014 diede il via a una ampia petizione per promuovere il ripristino dello spirito originario dell’Art Bonus insieme a una  proposta di modifica dell’art. 108 del Codice dei Beni Culturali per venire incontro alle esigenze sopra esposte (consultabile QUI).

Con l’approvazione definitiva del ddl concorrenza, a distanza di circa tre anni, questa battaglia può dirsi finalmente vinta, ma per rendere massimamente efficace questa riforma sarà indispensabile intervenire opportunamente in sede attuativa, traducendo le cinque linee guida della mozione del Consiglio Superiore Mibact del 16 giugno 2016 sulla riproduzione dei beni bibliografici e archivistici (http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1463492168928_Mozione_Riproduzioni_CSBCP_16_maggio_2016.pdf) in vero e proprio regolamento ministeriale, come è stato già evidenziato in un comunicato del direttivo ANAI del 16 giugno 2016 (http://www.anai.org/anai-cms/cms.view?numDoc=969&munu_str=).

Si tratta di una importante conquista civile a sostegno di chi, attraverso lo studio, contribuisce ogni giorno a valorizzare le fonti documentarie. Una vittoria di tutti, prima ancora che del movimento, che non sarebbe mai stata possibile senza l’adesione convinta di 4500 storici dell’arte, dell’architettura, della musica, archeologi, filologi, genealogisti, linguisti, storici, musicologi, restauratori, bibliotecari, archivisti, paleografi, codicologi e diplomatisti, sia italiani che stranieri (la lista completa delle firme è consultabile QUI): una pluralità di voci che rappresentano il mondo dell’università a tutti i livelli -dallo studente al docente emerito-, la realtà della pubblica amministrazione, ma anche quella dei semplici cittadini interessati alla ricerca storica e consapevoli degli indubbi benefici che può produrre la libera riproduzione dei beni culturali nei confronti della libera ricerca e in direzione di una fruizione più democratica e inclusiva del patrimonio documentario.

Va ricordata l’adesione di istituti e associazioni legate al mondo della ricerca e dei beni culturali come l’Associazione Nazionale Archeologi (ANA), l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI), Archivisti in Movimento (Archim), la Confederazione Italiana Archeologi (CIA), l’Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca Italiani (ADI), l’Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI), l’Accademia degli Intronati di Siena, il Fondo Ambiente Italiano (FAI), la Fondazione d’arte Trossi-Uberti di Livorno, la Società italiana per lo studio della storia contemporanea (SISSCO), Historical Archives of the European Union (European University Institute), la rivista Reti Medievali, la Società dei Filologi della Letteratura Italiana (SFLI), Wikimedia Italia. Si ringrazia per l’adesione anche Melania Zanetti, in qualità di Presidente dell’Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e Biblioteche (AICRAB), Luigi Zangheri (Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze), Marco Contini (Presidente dell’Associazione “Conoscere per Deliberare” e Direttore della “Società Pannunzio per la libertà d’informazione”) e Gabriella Alfieri (Presidente del Comitato per l’Edizione Nazionale di Verga).

Un caloroso ringraziamento va rivolto anzitutto a coloro i quali sono intervenuti attivamente a favore della liberalizzazione, senza il cui apporto non sarebbe forse stato possibile giungere a questo risultato. Un grazie quindi a Roberto Delle Donne, Rosa Maiello, Giuliano Volpe, Carlo Federici, Massimo Bray, Paola Carucci, Claudio Ciociola, Carlo Federici, Mariella Guercio, Mauro Guerrini, Rosa Maiello, Daniele Manacorda, Gino Roncaglia, Salvatore Settis e Giovanni Solimine.

Nel corso di questi anni il movimento “Fotografie libere per i Beni Culturali” si è confrontato proficuamente con il Mibact, che ha dimostrato notevole disponibilità al dialogo e al confronto costruttivo. Ringraziamo in particolare il consigliere giuridico del Ministro Lorenzo Casini, il Capo di Gabinetto Giampaolo d’Andrea, il Segretario Generale Antonio Maria Pasqua Recchia, il Sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, Andrea De Pasquale e Micaela Procaccia in rappresentanza delle Direzioni Generali Archivi e Biblioteche e, in particolar modo, il Consiglio Superiore Mibact e il suo presidente, Giuliano Volpe. Per l’energico impegno nelle aule parlamentari si ringraziano l’on. Manuela Ghizzoni e il sen. Walter Tocci, i quali hanno depositato ben due disegni di legge a favore della libera riproduzione, e il Presidente della Commissione Cultura al Senato, il sen. Andrea Marcucci, per l’emendamento al ddl Concorrenza che ha reso possibile la modifica dell’art. 108. Un grazie anche ai parlamentari che, sensibili anche alle ragioni della ricerca storica e della libera fotografia, hanno promosso l’approvazione in extremis del ddl concorrenza, in particolare agli onn. Veronica Tentori, Roberto Rampi, Andrea Mazziotti, Mara Mucci, Ivan Catalano e Adriana Galgano.

Siamo infine riconoscenti a chi ha a vario titolo ha sostenuto l’attività di “Fotografie libere per i Beni Culturali”, in particolare a Rita Auriemma, Andrea Barazzuol, Salvo Barrano, Giulia Barrera, Ernesto Belisario, Roberta Bernabei, Valeria Boi, Antonio Bonatesta, Rita Borioni, Franco Cambi, Francesca Cappelletti, Andrea Carandini, Veronica Carpita, Marco Ciurcina, Marco De Nicolò, Michele De Vitis, Marcello Fagiolo, Marisa Dalai Emiliani, Pierluigi Feliciati, Sara di Giorgio, Claudio Giunta, Giorgia Leoni, Lorenzo Losa, Martina Mancinelli, Giuliana Mancini, Luca Martinelli, Vincenzo Melodia, Paolo Nagliati, Silvia Orlandi, Ludovico Ortona, Erminia Gentile Ortona, Carlo Pavolini, Antonio Pinelli, Alessandro Pintucci, Valentina Porcheddu, Giorgio Resta, Angelo Restaino, Paola Romi, Mirella Serlorenzi, Bruno Zanardi, Andrea Zanni. Un grazie infine anche a Fabrizio Federici, Ilaria Giupponi, Raffaele Lupoli, Helga Marsala, Alessandra Pigliaru, Gian Antonio Stella e a tutti coloro i quali hanno scelto di dare rilievo a questa problematica sulle pagine di riviste e quotidiani nazionali.

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Andrea Brugnoli,  Stefano Gardini, Amedeo Tumicelli

“Fotografie libere per i Beni Culturali”

Movimento a favore della riproduzione libera e gratuita delle fonti documentarie in archivi e biblioteche per finalità di ricerca (https://fotoliberebbcc.wordpress.com/)

e-mail: fotoliberebbcc@gmail.com

I 10 VANTAGGI DELLA LIBERA RIPRODUZIONE IN ARCHIVI E BIBLIOTECHE:
1. La tecnologia digitale agevola sensibilmente le operazioni di trascrizione, con la possibilità di rivedere la propria trascrizione in luoghi e tempi diversi da quelli di consultazione diretta;
2. Lo scatto fotografico è assimilabile nello spirito e nelle funzioni all’atto di prendere appunti (la fotocamera digitale è mezzo di fruizione del documento come la matita personale o il computer portatile);
3. La riproduzione a distanza non sottopone di per sé la documentazione ad uno stress maggiore di quello subito durante la normale consultazione;
4. La riproduzione a distanza contribuisce anzi alla sua tutela del documento sia perché, a differenza della fotocopia, non implica un contatto diretto con il supporto, sia perché riduce al minimo il numero di accessi diretti alla documentazione consultata;
5. Si rendono più sostenibili i costi della ricerca permettendo agli utenti degli archivi di evitare lunghi e costosi soggiorni in trasferta;
6. Si attenuano le disparità esistenti tra studiosi che dispongono di maggiori o minori risorse economiche, contribuendo a garantire un accesso più democratico ai fondi documentari (si pensi ai giovani laureandi, ai dottorandi privi di borsa, ma anche a tutti coloro i quali sono costretti a rinunciare alla ricerca archivistica per motivi di tempo e per i quali la fotografia libera sarebbe invece un valido supporto);
7. Si incentiva la valorizzazione del patrimonio archivistico e bibliografico nazionale coinvolgendo come soggetti attivi un maggior numero di studiosi;
8. Si contribuisce a valorizzare l’insieme del nostro patrimonio culturale: il turismo di qualità si nutre infatti di contenuti culturali che sono spesso esito della ricerca documentaria condotta in archivi e biblioteche;
9. Può costituire un’occasione di rilancio dell’immagine delle biblioteche e degli archivi che, sempre più marginalizzati, stentano ad essere percepiti come effettivi centri di diffusione della cultura oltre che come centri di conservazione;
10. Liberalizzare significherebbe stringere una rinnovata ‘alleanza’ tra operatori e utenza risaldandone il fondamentale rapporto fiduciario: da un lato numerosi utenti in archivio eviterebbero tentativi di eludere la sorveglianza fotografando furtivamente manoscritti e documenti in violazione delle norme, dall’altro gli istituti che custodiscono i fondi documentari sarebbero nelle condizioni di favorire il più ampio accesso alle fonti e creando le condizioni per la più ampia diffusione del sapere.

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